Orgoglio e castità, viaggio fra i pentecostali

Di Federica Tourn (Pagina99, 29/09/2017)

«Benedico/ se aprirai il tuo cuore Lui sarà tuo amico/ questa vita non sarà più un labirinto/lascia che ti dica come mi ha guarito/ Gesù Cristo…». Il ritmo del reggaeton riempie la sala ma se la musica è proprio quella del tormentone estivo, questa versione di Despacito non richiama precisamente la passione dei sensi ma un altro genere di amore. A seguire il ritmo ragazze con le unghie laccate, l’eyeliner marcato e le sneakers, mentre ragazzi con i capelli rasati sulla nuca e l’orecchino sfoggiano magliette con su scritto “Epic Faith”, “I’m not normal”, “I’m supernatural” e ti vengono incontro per spiegarti che il vero cambiamento non è sovvertire l’ordine costituito, ma uscire dalla massa e credere «in Qualcuno che di rivoluzione se ne intende», cioè Dio. O meglio Gesù, che non è quello noioso inchiodato alla croce che ti hanno insegnato a pregare da piccolo ma è vivo e lotta insieme a noi; e soprattutto è molto cool.

In cerca di visibilità
Benvenuti al Christian Expo di Napoli, la prima “fiera cristiana” dove le chiese pentecostali del nostro Paese si sono incontrate per due giorni – il 22 e il 23 settembre – di conferenze, seminari, incontri, concerti. Il luogo scelto per la manifestazione è la Città della Scienza. Così capita che proprio nelle sale intitolate a Newton o Archimede si sentano risuonare gli amén dei tanti evangelici – più di cinquemila visitatori – accorsi da nord a sud per ritrovarsi e fare strategie per la conversione di questo nostro Paese, sedicente cattolico ma in realtà scelleratamente menefreghista in materia di fede. Sono venuti anche per farsi conoscere. Ricevono la visita e l’incoraggiamento del Consiglio comunale di Napoli e della Regione Campania, oltre al sempre apprezzato appoggio del senatore di Forza Italia Lucio Malan (valdese) e all’amicizia consolidata dell’ex islamico e neoconvertito al cristianesimo (ma già ex cattolico, pare) Magdi Cristiano Allam. Nella ressa dei fedeli si fa strada anche Antonio Bassolino, ex sindaco ed ex presidente della Regione Campania, già Pci e oggi, dicono, «simpatizzante del mondo evangelico».

I veri eredi di Lutero
Più che un mondo, una vera galassia: i pentecostali sono gli entusiasti eredi del movimento nato nel protestantesimo di inizio ’900 a Los Angeles, quando un pastore afroamericano, William Seymour, durante una riunione comincia a parlare in una lingua incomprensibile, segno, secondo i fedeli, della presenza dello Spirito Santo. È l’inizio di una nuova ondata di Risveglio, come vengono chiamate le sterzate di rinnovamento che caratterizzano il protestantesimo dal tempo di Lutero a oggi, e in breve tempo si diffonde negli Stati Uniti e all’estero. Si dicono innamorati di Gesù, prendono la Bibbia alla lettera, credono nella salvezza per fede, nei miracoli e nel potere di guarigione; conservatori in tema di morale sessuale, sono contro i rapporti prematrimoniali, l’aborto e il divorzio. In Italia sono arrivati nel 1908 e da allora hanno fatto passi da gigante, nella sostanziale indifferenza dei media: secondo il ministero dell’Interno oggi sono mezzo milione i pentecostali nati in Italia, oltre ai 700 mila di origine straniera. Un esercito di più di un milione di fedeli disposti, nel cinquecentenario della Riforma protestante, a dirsi i veri eredi di Lutero quanto a spirito evangelico, senza curarsi della diffidenza di valdesi, metodisti e battisti che, pur vantando una primogenitura in quanto a storia e presenza nel nostro Paese, sono soltanto 30 mila e non si può dire che riescano a reggere il passo in tema di conversioni e presenze al culto domenicale. E mentre la chiesa valdese nel 2010 ha detto sì alle benedizioni per le coppie omosessuali, nel solco di una tradizione di apertura al mondo Lgbt, qui siamo su tutt’altra sponda e la parola gay non viene nemmeno pronunciata, se non come esempio di deviazione da correggere.

Sesso e primizie
Antonio Morra l’anno scorso ha scritto un libro, Pornotossina, che è subito diventato un best seller fra gli evangelici, un successo che gli ha fatto capire quanto il tema sia fondamentale: «La pornografia è una droga», mi spiega, «io sono stato dipendente dal porno per sei anni e so bene di cosa parlo». La sua parola d’ordine è «non rinnegare il piacere ma trovare un piacere più grande in Gesù» e ora la sta portando in giro per l’Italia, tra conferenze e incontri con i giovani. Lo invitano anche nelle scuole pubbliche, mi dice, e di recente è stato persino all’università Federico II di Napoli, accolto con entusiasmo da studenti e professori.
Girando fra gli stand, trovo altre chiese che raccomandano di non abbassare il livello di guardia su adulterio e pornografia e deduco che il sesso deve essere una preoccupazione seria per i pentecostali. L’associazione “Liberati in Cristo”, per esempio, mi esorta a prendere dei volantini dal poco allusivo titolo “Aiuto per le mogli”, “Quando tuo marito ti incolpa per il suo peccato”, in cui si spiega come le donne debbano avere pazienza e aiutare il consorte se «diventa dipendente dal sesso» e le tradisce. Che una cosa del genere possa accadere all’inverso non è contemplato. Una coppia di giovani pastori, Giuseppe Punto e Stefania Spezzacatena, ha persino fondato un movimento, “Purex”, Pure relation and sex, in cui la verginità diventa uno stile di vita di cui andare fieri «perché la vuole Dio». Parola di Alice Barranca, 25 anni, neo sposa: «Il sesso è stato il regalo di nozze di Dio per il nostro matrimonio». Nel caso non fosse chiaro il concetto, aggiunge: «Tanti vogliono intimità senza patto, come Giuda, che dà un bacino a Gesù prima di tradirlo». Fino al giorno del fatidico sì i fidanzati ricevono una placchetta da portare al collo, come quella dei militari, sui cui è inciso “allo stato puro, per scelta”. «Siamo un regalo per l’uomo ed è bello darsi intere», conclude, «dare a lui la primizia».

L’impero del “pastorino”
Lì accanto scoppia un urlo di entusiasmo: «Arruolata in diretta!», proclama uno dei responsabili di “I am Rev”, e in un attimo la sprovveduta viene immortalata con in mano lo scopino e un rotolo di carta igienica su cui è stampato “non buttare la tua vita nel gabinetto”. Comunicazione evangelica 2.0, con lo stile dirompente che sta a cuore al Ministero di Sabaoth e alla sua fondatrice Roselen Boerner Faccio – il “pastorino”, come la chiamava Ornella Vanoni al tempo della sua conversione.
Un piccolo impero, nel suo genere, quello di Roselen: brasiliana, classe 1969, ha cominciato a 19 anni con un piccolo gruppo di studio biblico per arrivare oggi a 57 chiese solo in Italia e un auditorium da 900 posti a Milano, scuole di leadership, festival culturali e un team apostolico che si rimpolpa ogni anno. Fra i simpatizzanti vip, oltre a Vanoni, c’era anche Letizia Moratti, all’epoca in cui era sindaca di Milano e si portava sempre dietro il “pastorino” come consigliera dietro le quinte.
“I am Rev(olution)”, il movimento studentesco che evangelizza nelle scuole coinvolgendo i ragazzi, è soltanto l’ultima delle iniziative rivolte ai giovani (anche “Purex” nasce nell’ambito di Sabaoth), come il Tour Giallo di “Scegli Gesù”, missionari che ogni anno scendono in spiaggia per convertire tra un ballo e un partita di volley. Una ragazza ascolta interessata, chiede informazioni: «Come ti chiami?», le chiede uno degli standisti che non ha perso il piglio da animatore da villaggio vacanze. «Crista», risponde lei (giuro). Bingo!

Minaccia islamica
Intanto, nella sala grande c’è Magdi Allam che spiega alla platea quanto sia intrinsecamente pericoloso l’Islam, perché si fonda sugli insegnamenti di Maometto, noto bambino infelice e adulto psicopatico. L’Islam moderato? Una chimera: aveva ben ragione Oriana (Fallaci), che oggi Allam ringrazia commosso, in una lunga dissertazione su cristiani versus musulmani che ricorda la contrapposizione fra cow boy e gli indiani del cinema americano degli anni ’50. «L’Europa è destinata a essere colonizzata demograficamente come l’Impero Romano al tempo della sua decadenza», rincara. «Non si può essere cristiani e legittimare l’Islam», conclude, con standing ovation degli astanti. Il pastore Marco Palma, della chiesa Napoli Gospel e ideatore del Christian Expo, rilancia: «Dovremo fare più figli!». E rivolto alla moglie: «Angela, preparati che mi tocca scendere di nuovo in campo».
La sera arriva il pezzo forte: l’americano Bob D. Hoskins, che racconta come ha cominciato a predicare a sette anni, dopo essere stato assunto in cielo, «dove Dio portò la mia anima per il tempo e per lo spazio per sei ore – dice – facendomi vedere cose passate e future». Un po’ meno di Dante, ma pur sempre impressionante. La folla lo applaude mentre lui passa con veemenza a raccontare come ha fatto cessare la guerra in Nicaragua con la distribuzione di un milione di Bibbie ai bambini; miracolo che si è ripetuto con i 140 milioni di Bibbie regalati alla vacillante Unione Sovietica di fine anni ’80. L’entusiasmo è palpabile quando infine passa la parola al pastore Palma, che rilancia: «È giunta l’ora, oggi è l’inizio del grande risveglio nel nostro Paese». Italia, sei avvertita.

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