Fermata obbligatoria in zona disagio

Oggi, nella regione in cui viviamo, inizia un nuovo lockdown. Chiusi bar, ristoranti, teatri, palestre e negozi ritenuti non indispensabili, studenti dai 12 anni in su a casa davanti ai pc, vietato andarsene in giro senza autorizzazione. Non ci si può vedere e studiare è di nuovo, sempre più acutamente, un privilegio. Le fabbriche restano aperte, però, ché bisogna produrre e spendere: il capitalismo trova nelle soluzioni per contenere la pandemia la sublime realizzazione del profetico “produci consuma crepa” dei CCCP.

Una fermata obbligatoria, e dobbiamo rispettarla; però, se siamo sufficientemente in salute e abbiamo ancora di che apparecchiare la tavola, abbiamo ancora la libertà di immaginare un’alternativa al livore da social (che peraltro sfianca di noia con la sua ripetitività) ed è l’attenzione a quel che va oltre noi e la chiusura a cui siamo (di nuovo) costretti. Un tentativo di giornalismo non troppo di moda in Italia ma a cui siamo tenacemente affezionati.

Proveremo allora in questo blog a darvi qualche notizia un po’ laterale, pochi commenti e più fatti, magari di quelli che non si vedono perché stanno nei coni d’ombra delle disuguaglianza, della discriminazione e dello squilibrio. Scriveremo di quel che non si vende ma che è essenziale: migrazioni, femminismi, lotte; anche di libri, perché ci piacciono e perché ce n’è bisogno. Vi chiediamo di rimanere con noi in una situazione di disagio per le ingiustizie, di essere inquieti, di rifiutare le semplificazioni della retorica e di non temere la complessità. Aiutateci, se credete, a ragionare. Regalateci foto o disegni, se vi va di contribuire. C’è persino una newsletter, se volete che questo blog vi affligga non dico ogni giorno ma comunque abbastanza spesso: per la vostra dose di disagio periodico, scrivete a amargipress@gmail.com e vi metteremo in lista.

A presto, allora. Niente Stati Uniti, domani iniziamo con una bella (pessima) notizia sulla guerra in Siria, che si vorrebbe finita ma che finita non è.

E, sì, Zona disagio è anche il titolo di un libro di Jonathan Franzen.

(Nella foto, Jimi Hendrix disegnato da Moebius, https://flashbak.com/moebius-illustrations-jimi-hendrix-voodoo-soup-419290/)

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