Tunisia, tra povertà e integralismo

Di Federica Tourn (Jesus, gennaio 2018)

Di notte Tunisi è una sterminata spianata scintillante, una metropoli di oltre due milioni di abitanti sparsi su un territorio di duecento chilometri quadrati che racchiude il nero del lago omonimo. A guardarla  più da vicino, però, si notano macchi di buio, quando le luci cedono all’oscurità in corrispondenza delle tante cité, i quartieri popolari dove le strade si stringono nei vicoli e l’illuminazione scarseggia. Ironia della sorte, la grande arteria che taglia in due la città prende il nome dal venditore ambulante che si è immolato contro le disuguaglianze: boulevard Mohamed Bouazizi divide come uno spartiacque zone ricche e luoghi disagiati, da una parte il Bardo con la sua cultura e i suoi locali e dall’altra la Cité Ettadhamen, l’agglomerato costruito illegalmente negli anni ’70 dove viveva l’attentatore che ha sparato a due poliziotti davanti al Parlamento, lo scorso 1° novembre. Quartieri blindati di ambasciate, adorne di zagare e gelsomini, e sterrate coperte di baracche costruite fra i rifiuti, dove l’acqua ristagna e le case non hanno finestre, in una vicinanza scomoda, impenetrabile, che inasprisce le tensioni.

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foto Stefano Stranges

 

 

Nella Tunisia della crisi, dove Isis “dà lavoro” come la Mafia

Di Federica Tourn (Eastwest, 03/12/2017)

È sera, suonano alla porta. Quando apre, la donna trova sulla soglia la testa di suo figlio; intorno non c’è nessuno, solo il buio della notte sulle colline. Nessuno a cui chiedere aiuto, nessuno che le dica cosa fare del suo terrore e della disperazione, troppo tardi per qualsiasi cosa. Prende la testa, richiude la porta, mette quel che resta del figlio nel frigorifero. Continua a leggere “Nella Tunisia della crisi, dove Isis “dà lavoro” come la Mafia”